martedì 9 aprile 2013

Architettura e modernità - Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica _ PARTE SETTIMA

tratto dal libro "Architettura a Modernità" Antonino Saggio


Il successo dell'architettura nel mondo: 1988-2000
Dalla mostra del Decostruttivismo al Guggenheim di Bilbao
a sinistra: Catalogo della mostra del MOMA Deconstructivist Architecture, New York 1988
(disegno di Coop Himmelblau)
a destra: Frank Gehry, «Guggenheim Museum», Bilbao (Spagna), 1997

DECONSTRUCTIVIST ARCHITECTS [trailer] 
Girato da Michael Blackwood in occasione della mostra Deconstructivist Architecture presentata al MOMA di New York nel 1988, il film analizza la nuova sensibilità architettonica che esplose alla fine degli anni ’80 in contrapposizione al Postmodernismo. Protagonisti: Peter Eisenman, Frank Gehry, Zaha Hadid, Coop Himmelblau, Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, Michael Sorkin, Bernard Tschumi, Hajime Yatsuka.

Il mondo decostruito
Nel 1988 Philip Johnson inaugura al MoMA di New York, una mostra dal titolo “Deconstructivist Architecture” assieme a Mark Wigley, perfetta rappresentazione di come si possono influenzare gli orientamenti futuri del dibattito architettonico, ad una nuova poetica dai confini internazionali e dal lessico unitario.. Alla mostra prendono parte 7 importanti personalità: Frank O. Gehry, Daniel Libeskind, Rem Koolhass, Peter Eisenman, Zaha Hadid, Bernard Tschumi e Prix+Swiczinky dei Coop Himmelblau.
Tra le componenti di successo della mostra vi è l'invenzione del nome. La parola "decostruzione" è piena di echi e assonanze. La prima è con il pensiero del filosofo francese Jacques Derrida ("ogni frase del tipo 'la decostruzione è X' o 'la decostruzione non è X' è a priori priva di pertinenza, è a dir poco falsa. Lei sa che fra i principali obiettivi di ciò che nei miei testi si chiama 'decostruzione' è proprio la delimitazione dell'onto-logica e anzitutto dell'indicativo presente della terza persona: S è P " ("Pacific Deconstruction", J.Derrida "Lettera a un amico giapponese").
La Decostruzione riapriva il testo verso l'esterno con chiavi di lettura, però, programmaticamente destabilizzanti.
La Decostruzione ha bisogno di un testo che abbia un riconosciuto valore convenzionale.
F.O.Gehry, Casa stile olandese di Santa Monica, 1978

La casa di Gehry conduce ad un esito che modifica (decostruisce) il significato delle icone tradizionali e convenzionali. Il vecchio, il preesistente, la norma classica e convenzionale non si annulla, ma cambia completamente di significato.
Questa interpretazione filosofica del termine, non ha nulla a che fare con il "Costruttivismo architettonico". Eppure sono proprio i curatori della mostra a giocare sull'ambiguità, facendola diventare "Valore".

9 novembre 1989 cade il muro di Berlino e si apre simbolicamente una nuova epoca storica!!

Daniel Libeskind è un architetto che vive dentro più culture, più storie, più discipline. Ha studiato musica in Israele per poi passare all'architettura alla Cooper Union di John Hejduk e specializzarsi in Storia e filosofia all'università inglese dell'Essex. 
A metà degli anni 80 Libeskind è uno sperimentatore del tutto eccentrico. Realizza una serie di grandi congegni che si propongono come grandi macchine a cui associa disegni astratti, una specie di partiture musicali che lavorano sulla forza rappresentata dalla linea. Le linee creano dei micromondi e un universo di costellazioni e potenzialità.
Daniel Libeskind, Micromegas, 1979
Nel 1987 Libeskin realizza il "City Edge" per l'IBA berlinese.
E' un edificio ad andamento lineare in cui si inserisce un interpretazione del concetto di stratificazione e di layer che in Libeskind assume una forza drammatica. E' la presentazione del dramma di un mondo che non può e non deve mettere insieme i pezzi.
In questo contesto elabora il "Museo ebraico di Berlino" con uno schema folle e assoluta novità. Il museo si trasforma in una linea spezzata e obliqua sul suolo che è prima compressa e poi slanciata verso l'infinito.
Jüdisches Museum Berlin, Germania, 2001
L'edificio rivela che qualcosa di nuovo stà accadendo. Con questa opera e dopo molti anni, l'architettura affronta il dramma! L'architettura comunica, non è un etichetta da incollare quello di Libeskind è un simbolismo che si appropria della costruzione e dello spazio.
In questo nuovo clima Zvi Hecker e Eric Owen Moss realizzano le loro opere.
Jewish Community Center, Duisburg, Germania, 2000
Eric Owen Moss, "The umbrella"(a sinistra),
"
Trivida windows"(a destra), Culver City, California
Per Alvin Toffler l'informazione è il valore aggiunto di un bene sia materiale che immateriale. Quindi se il Valore dell'Architettura degli anni 20 del novecento era l'avvicinarsi alla macchina, l'Architettura alla fine del secolo comincia a spostare il suo centro d'interesse dal suo funzionamento ad avere una "forma che informa" e che entra a far parte del mondo della comunicazione contemporanea.

Steven Holl è un self-made architect, "con molta energia e un pò di talento ce la si può fare". Ha cercato una via che radicasse concettualmente il perchè dell'opera al suo farsi. Le prime opere che realizza a New York gli consentono di sviluppare un'originale poetica. 

"Makuhari bay new town", Chiba,Japan,1996
"
Chapel of St.Ignatius", Seattle,United States,1997
"Cranbrook Institute of science", Bloomfield Hills,United States,1998
"Kiasma Museum of contemporary art", Helsinki, Finland,1998
Steven Holl, web site

In Holl c'è un forte interesse fenomenologico, perchè ritiene che il progetto debba basarsi su esperienze dirette, fisiche e psicologiche. Altro tema importante è la comunicazione e l'uso dei processi di metaforizzazione, come uno spartito musicale, una spirale che avvolge funzioni diverse:
Steven Holl "Stretto House TX", United States, 1991
Spesso i suoi progetti si richiamano a immagini e simboli e
l'architettura guarda fuori da sé.

In Holl c'è la consapevolezza del ruolo che spazi aperti ed edifici giocano l'uno con l'altro per creare l'insieme del progetto e la convinzione che un progetto si deve basare su un'idea forza.
Steven Holl "Storefront for Art and Architecture", New York, NY, United States, 1993
Il museo Kiasma si colloco in un'area centralinissima di Helsinki, il progetto colpisce per l'intelligenza e l'originalità dell'inserimento nella complessa intersezione urbana in cui si colloca. Viene a completare il disegno che Aalto aveva previsto.

Holl non concepisce l'architettura. Parte dall'esterno, dalle forze della città per manipolare i volumi del museo e da questa imposizione e inversione rispetto alla funzione contenuta inventa nuove dinamicità e spazialità.

il Kiasma diventa un esempio come:
  • il Museo di Libeskind 
Jüdisches Museum Berlin
  • l'Arca di Ralph Erskine a Londra
The Ark

  • Il Museo a Laramie di Antoine Predock
Centennial Center Art Museum (1993) of University of Wyoming. Laramie, WY

  • l'Auditorium a Guanajuato di Abraham Zabludovsky
Abraham Zabludovsky. Il mago dei vuoti Antonino Saggio 
Auditorio del Estado, Guanajuato, Gto
  • il Museo Nemo ad Amsterdam di Renzo Piano.
NeMo (National Center for Science and Technology), Amsterdam
Negli anni 90 si afferma una società Post-industrial: una società dell'informazione il cui centro propulsore sono i luoghi del terziario. Questo mutamento si riversa anche nel campo dell'urbanistica dove assumono rilevanza:
  • le "brown areas", aree ancje centrali che vengono svuotate dagli usi industriali;
  • i rapporti architettura-natura.
Potsdamer Platz, Berlino, Germania
Renzo Piano si è progressivamente caratterizzato per un organizzazione nuova dello studio di architettura. Il RPWB (web site) è una struttura professionale e si caratterizza come un vero e proprio laboratorio di ricerca.
Renzo Piano aveva esordito nello scenario internazionale sostituendo gli antichi mercati delle Halles nel cuore di Parigi con una struttura terziaria, meccanica, rumorosa.
Les Halles di Parigi chiamato da Emile Zola "le Ventre de Paris" si trovavano a due passi dal cuore di Parigi, l'ile de la Cité e così  Parigi, capitale della gastronomia ...aveva  un cuore ed anche  una pancia!
Parigi, Les Halles
"Il Centro Pompidou" rivelava la volontà aggressiva dell'idea industriale di architettura ma anche dava vita ad una funzionalità nuova quella della cultura e del sapere intesi come episodio produttivo innestato nel cuore della città moderna.
Arte non come contemplazione, ma come produzione;
Cultura come mezzo di lavoro e non come passatempo eliterio.

Una delle conseguenze della civiltà dell'informazione è il ribaltamento di "zoning". La cità infatti combina, sovrappone e intreccia le funzioni che prima erano divise.
Il concetto di mixitè comporta la combinazione delle funzioni e la compartecipazione tra capitale privato e pubblico nella creazione dei progetti.
IRCAM, Parigi - Citè internationale, Lione
Non vi sono più zone predefinite, ma un continuo intreccio di usi.
Renzo Piano sa che la città contemporanea ha bisogno di informazione non solo come prodotto ma anche come simboli e immagini.

Renzo Piano "Science Center" NEMO, Amsterdam
Renzo Piano "Centre Culturel Tjibaou", Nuova Caledonia

Inoltre, Piano, è tra i principali propulsori di un idea di città "anti-zoning", una città i cui flussi si integrano, le funzioni si ricombinano e il verde e la natura riprensono il posto al centro del progettare.
Renzo Piano "Shard London Bridge", Londra
Renzo Piano
"KPN Telecom Building", Rotterdam
A Parigi gli anni 80 e 90 sono stati caratterizzati dalla realizzazione dei "Grand Projects":
J.Nouvel,P.Soria,G.Lezénés,Architecture Studio,"Institut du Monde Arabe", 1983
Bernard Tschumi, "Parc de la Villette", 1998
. Fainsilber, "Cité des sciences et de l'industrie", 1980P.Chaix, J.P.Morel, "Zenith de Paris", 1983
Dominique Perrault, "Bibliothèque nationale de France", 1995
Questi progetti hanno un valore culturale generale e civile più che sull'innovazione architettonica. Varie sono le tendenze:
  • il geometrismo di Ieoh Ming Pei e Von Spreckelsen:

J.O.Von Spreckelsen,"Grande Arche de la Fraternité", Parigi, 1989
Ieoh Ming Pei, "Musée du Louvre", Parigi, 1993
  • il neobrutalismo di Clemetov-Huidobro e Otto Von Spreckelsen: 
Carlos Ott, "Opéra Bastille", Parigi
Paul Chemetov, "
Ministero dell'economia e delle finanze", Parigi, 1988
  •  le relazioni tra ambiente urbano ed architettura di Portzamparc:

Christian de Portzamparc, "Citè de la musique", Parigi, 1992

Barcellona e Parigi rilanciano l'architettura come nuova guida dei sistemi comunicativi ed economici della città contemporanea,
La Spagna ha un'esplosione di vitalità straordinaria nel campo delle arti nei primi anni 80 e diffonde una voglia di vivere, fare e operare straordinaria.
Oriol Bohigas viene incaricato della trasformazione urbana di Barcellona, sfruttando l'occasione delle olimpiadi del 1992.
Bohigas mette mano alla riconquista del rapporto tra città e mare per far posto alle strutture olimpiche e a un grande bulevar urbano.

Enric Miralles e Carme Pinos realizzano un'opera libera da ogni pregiudizio con la tradizione locale e che guarda all'architettura come metafora del paesaggio. L'opera di esordio è il Municipio Hostalets de Baleyà nei pressi di Barcellona del 1992.
Enric Miralles, Carme Pinos, "Municipio Hostalets de Balenyà", 1992

Portano avanti lo studio del rapporto architettura-paesaggio realizzando:
  • il Centro di Tiro con l'Arco
Enric Miralles, Carme Pinos, "Centro Tiro con l'Arco", Barcellona, 1992

  •  La Pensilina, lungo la strada del Villaggio Olimpico, assume il ruolo di novità e segna la presenza di una generazione di nuovi architetti:
Enric Miralles, Carme Pinos, "Pèrgoles de l'Avinguda Icària"

  •  Cimitero di Iguanda:
Enric Miralles, Carme Pinos, "Cimitero di Igualada", Spagna,1985 - 96
Miralles e Pinos sono tra i primi architetti che costruiscono opere con evidenti idee di interscambio tra paesaggio e architettura. Le regole formative dei processi naturali sono proiettate in quelle che formano l'architettura. Si tratta di una risposta al tema della progressiva usura del pianeta.

Glenn Murcutt progetta architetture leggere che sembrano sostituire al mito del transatlantico macchinista lecorbusieriano quello della barca a vela. Sembra disegnare architetture che navigano.
Glenn Murcutt, "Simpson-Lee House" Mt. Wilson, Australia, 1989-94
Buckminster Fuller insegna che non bisogna avere paura della forza rivoluzionaria dell'idea, quando è in risposta a questioni rilevanti, che bisogna elaborarla con decisione e poi trovare le tecnologie per realizzarla.
John P. Allen, "Biosphere 2", Oracle, Arizona, 1991
Biosphere 2 segna le basi di un possibile sviluppo sistemico dell'architettura non più necessariamente collegata a reti infrastrutturali, ma autonoma dal punto di vista del proprio ciclo vitale ed energetico.
     

Nuove scoperte 
Mentre per i grandi architetti-ingegneri come Pier Luigi Nervi o Morandi il momento espressivo ed estetico delle strutture è il punto di arrivo di un impostazione matematico-scientifica, Santiago Calatrava intraprende il percorso inverso. 

Calatrava "Torus" - Morandi "logo compassi ribaltati"
Calcolo e conoscenza tecnica sono necessità di approfondimento di una vocazione che è tutta artistica. In un caso la forma è la sublimazione più alta del calcolo, nell'altro il calcolo è lo strumento per ottenere la forma.
"Perchè no, se è possibile? L'ingegneria è l'arte del possibile"
(S.Calatrava)

L'opera di Calatrava ha solo un'apparente contiguità con gli architetti costruttori chiamati dell'High-Tech. Infatti materiali e tecnica sono tradizionali, ma assemblati alla luce di una ricerca plastica.
 
La caratteristica del progettare di Calatrava è rivolta a una tensione plastica ed estetica verso le membrature. Dominare le tensioni, calcolarne le sezioni, disegnare le poligonali di equilibrio sono gli strumenti per realizzare le sue visioni.
La scultura è la base, l'ingegneria l'arte del possibile, l'architettura la necessaria conseguenza.
Ma è l'amore per le strutture vegetali e anatomiche la linfa delle sue creazioni perchè i rami degli alberi e gli scheletri degli esseri viventi sono strutture che si muovono.
Santiago Calatrava è un innovatore sul tema di movimento reale delle strutture,
    Santiago Calatrava, "Stazione Stadelhofen", Zurigo, 1984Santiago Calatrava, "Aeropuerto de Bilbao", Spagna, 2000
    Santiago Calatrava, "Stazione TGV di Lione", Francia, 1994
  • sia che le sue costruzioni si muovano effettivamente:
Calatrava, padiglione del Kuwait per l’esposizione del 1992, Siviglia, Spagna
 sia che esse siano ferme suggerendo sempre la possibilità del movimento.
Santiago Calatrava, "La Città delle Arti e delle Scienze", Valencia, Spagna, 1998

Rem Koolhaas nel 1977 pubblica "Delirious New York" libro chiave per il suo lavoro, scruta la metropoli americana, la analizza per come è e per come vi si possa operare, senza proiettare sulla città un occhio ideologico. Delirious New York è anche un progetto di ricerca le cui immagini costituiscono le premesse al  programma architettonico del gruppo Office for Metropolitan Architecture (OMA).
Alla base delle molte architetture di Koolhaas è il medesimo principio sommatorio e additivo. Un principio che spesso si è rivelato nei famosi disegni che OMA elabora per i progetti.
Nel 1995 Koolhaas pubblica "S, M, L, XL", che stà per "Small, Medium, Large, eXtraLarge" ed è una re-interpretazione del motto funzionalista del cucchiaio alla citta. Vuol dire che tanto nei grandi progetti come nei piccoli valgono gli stessi principi.
Rem Koolhaas, Delirious New York, 1977 - Rem Koolhaas, "S, M, L, XL", 1995
Koolhaas realizza la "casa dell'Ava" a Parigi e per il "masterplan per Euralille" basandosi su una serie di principi analitici e anti graziosi che staccano  i vari corpi e le parti del programma.
Rem Koolhaas, "Villa dall'Ava", Parigi, 1991
Nella "Sala multimediale nell'università di Utrecht" pensa a un unico gesto con cui risolvere struttura e forma, interno ed esterno, un segno a serpentina che muovendosi nello spazio fa solaio e parete. 
Il segno continuo diventerà una sorta di logo di OMA.
Rem Koolhaas, "Educatorium (University of Utrecht)", Utrecht, 1997
Per la "Casa Floriac" a Bordeaux del 1998, Koolhaas si confronta con un cliente portatore di handicap motori, lavora al tema, affronta la crisi e vi dà un'innovativa risoluzione. Naturalmente l'idea cambia alcune considerazioni abituali sullo spazio domestico, ed è proprio in questo aspetto e nell'energia del concept che scaturisce la forza dell'edificio.
Koolhaas Houselife - Trailer 1
Koolhaas Houselife - Trailer 2
Koolhaas si afferma con quest'opera come uno degli architetti più forti di questi anni.

Nei primi anni 90 emergono 2 opere che determinano nuovi parametri del progettare:
Jean Nouvel "Fondation Cartier", Parigi, 1994
Herzog e De Meuron
"cabina di manovra", Basilea, 1999 
  • La prima opera è la "Fondation Cartier" a Parigi, il largo uso del vetro e di superfici trasparenti costituisce il superamento dei canoni del funzionalismo. Jean Nouvel affronta per la prima volta il tema dell'uso illusionistico e superficiale della trasparenza. Per la prima volta la trasparenza non è pioù legata all'oggettività della macchina ma all'allusività dei media e alla pluralità pervasiva e ambigua dei messaggi contemporanei.
  • La seconda opera è la "Cabina di manovra" di Herzog e De Meuron, rivestita di rame. Gli architetti sviluppano un interesse verso la ricerca dei molti strati di significato che il tema della superficie degli edifici può nascondere. Come la pelle di un essere rivela inaspettate profondità emotive, caratteriali... così la superficie esterna può essere un capo che apre implicazioni con la storia, il contesto.
Se la trasparenza di Neuvel diventa ipersoggettiva, la pelle di Herzgov e De Meuron si trasforma in campo di riflessione. La luce non è più trasparente rivelazione ma portatrice di messaggi, La superficie materiale dell'architettura più che semplice chiusura diventa una vera e propria interfaccia del rapporta Architettura-Paesaggio.

L'architettura non nasce più pura ma è continuamente attraversata dal già esistente.
Bernard Tschumi, "Le Fresnoy Art Center" Tourcoing, Francia, 1997

Il centro "Le Fresoy" (the National Studio for Contemporary Arts) di Bernard Tschumi si propone come Bauhaus del XXI secolo, è infatti scuola d'avanguardia e un centro di produzione. Tschumi scopre una nuova potenzialità (nel "Parc de la villette" il layering), degli spazi interstiziali, invece di basare il progetto su meccanismi planimetrici decide di basarsi sulle potenzialità della sezione.
Bernard Tschumi, "Le Fresnoy Art Center,Camminamenti interni", Tourcoing, Francia, 1997
Tra il tetto metallico e quelli in laterizio si apre uno straordinario spazio interstiziale, uno spazio entre-deux. E' un luogo carico di fughe prospettiche divergenti ed è abitato da camminamenti.
L'in-between, introdotto da Eisenman, assume una declinazione che apre allre relazioni tra l'esistente e il nuovo.


Processi di progettazione in Peter Eisenman
Alle scoperte delle griglie, dello stretto archeologico, del "tra", Peter Eisenman aggiunge una tecnica che dà una risposta innovativa al problema del movimento.
Spazio è Tempo, lo spazio si misura con il tempo.
Eisenman attraverso il suo incessante cercare, scopre una tecnica che mai ha avuto uso in architettura: "Blurring" (sfocamento).
Giacomo Balla "Dinamismo di un cane al guinzaglio",1911
Marcel Duchamp "Nudo che scende le scale",1916

Il movimento non viene interpretato ma diventa l'ispirazione concettuale e allo stesso tempo la tecnica con cui organizzare un nuovo modo di progettare.
  Il Blurring fa la sua prima apparizione in "Casa Guardiola" a Santa Maria del Mar in Spagna. In questo progetto Eisenman parla del concetto classico di Topos come segno stabile dell'urbanesimo militare romano, ma ricorda che il concetto di Luogo deve contenere quello di Non Luogo. 
Peter Eisenman, "Guardiola House", Santa Maria del Mar, Spagna, 1988
Eisenman disegna la Casa sul movimento ondularorio di una "L". Le geometrie che ne derivano, vibrano, dondolano, ruotano...Peter Eisenman - Casa Guardiola, modello3D
Nasce una nuova estetica.
Trasforma un'idea in un vero e proprio provesso generativo.

Nel "College of Desegn Architecture an Planning" Eisenman defisce un processo evolutivo alla fine del quale studenti, professori, amministratori potessero dire "l'abbiamo fatto noi". Nel progetto vengono usate alcune delle idee sviluppate negli ultimi anni: l'incunearsi tra strutture esistenti, lo spazio tra le cose, lo scaling e la scoperta della spiaggia di Cadice in Casa Guardiola.
Peter Eisenman "Aronoff Center for Design and Art",University of Cincinnati, Ohio, 1996
L'idea geniale è quella di applicare il Blurring simultaneamente al nuovo fabbricato e all'esistente. Il risultato è di sconvolgente novità e di grande interesse perchè le due geometrie dettano la conformazione dei nuovi spazi, dei volumi e delle stesse geometrie terrazzate o vegetali che si proiettano sul sito. Movimenti di traslazione e ondulazione delle due geometrie si ripercuotono sia all'esterno che all'interno.
Peter Eisenman "Aronoff Center for Design and Art" University of Cincinnati, Ohio, 1996
Nel progetto urbano "Rebstock Park" alcuni meccanismi di sviluppo come quello del folding (piegatura), graft (innesto), scaling (riduzione/allargamento) contribuiscono a creare uno spazio urbano molto ricco.
Peter Eisenman "Rebstock Park", Frankfurt am Main - Germany 1990

In questo progetto si incrociano molte tecniche, molte idee. La prima è che l'architettura residenziale non è solo quantità ma crea l'immagine della città.
Eisenman focalizza la critica sull'uso del suolo di questo modello, notando che il terreno si è modificato in uno spazio abbandonato. Allo scollegamento tra conformazione degli edifici e suolo sostituisce il concetto di tessuto. Il terreno si deve trasformare in un insieme compatto in cui interagiscono spazi, strade, edifici.
Il concetto di tessuto usa lo strumento della griglia, in cui gli spazi si svuotano, si aprono e si chiudono con dimensioni corrispondenti ai modi d'uso.
In Rebstock Parck il concetto di tessuto e griglia vengono rafforzati dall'idea di eisenman dei tracciati urbani e degli sterri.

Eisenman affrontando il tema residenziale combina il funzionalismo anni venti, il tipo a corte degli anni ottanta e il concetto di tessuto della casa bassa ad alta densità.


Spazio sistema di Frank Gehry
Nella progettazione di Frank Gehry scopriamo una combinazione tra 2 arti, da una parte gli spazi sono concepiti come scena teatrale, dall'altra questa scena si trasforma perchè i volumi delle sue architetture sembrano parlare, muoversi, ballare.
Gli spazi così progettati sollecitano a vivere gli edifici in maniera aperta.
Frank Gehry "Biblioteca regionale Frances Howard Goldwyn", Hollywood, 1986
I volumi che compongono la biblioteca risultano fermati in una posizione, in una figura. Qui la danza dell'architettura di Gehry è per un attimo fermata in una posizione.

Gehry ha come carattere costitutivo l'azzeramento, la riscoperta, la ricerca.

7. Che la linea retta è il solo mezzo che possa condurre alla verginità primitiva di una nuova costruzione architettonica delle masse o zone scultorie.
(tratto da Conclusioni - anifesto La Scultura futuristica, Boccioni)

Il rapporto con la scultura diventa uno sforzo presente paragonabile per intensità a Borromini.

Nessuna paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire dall'arte che esercitiamo. Non v'è né pittura, né scultura, né musica, né poesia, non v'è che creazione. (Boccioni)
 
Frank Gehry "Vitra Design Museum", Germania,1989

Alla tecnica dello spaziare, del fendere, del dividere si sostituisce il movimento opposto, uno scontrarsi delle parti. Mentre prima lo spazio era catturato intorno ai volumi ora lo spazio è  nel lancio di linee forza nell'atmosfera.
Frank Owen Gehry "Guggenheim Museum", Bilbao, Spagna, 1997Frank Owen Gehry "Walt Disney Concert Hall", Los Angeles, 2003
Nel Guggenheim Museum di Bilbao e nel Walt Disney Concert Hall, è un canto alle superfici curve, alle traiettorie che da rette si inarcano nello spazio.
L'Auditorium di Los Angeles è un'opera di elevata complessià. Il progetto si deve misurare con l'intorno cittadino.
Alla duttilità del proprio progettare, Gehry associa un'impostazione a un tempo organizzativa e plastica. Si tratta della differnza tra gli spazi serviti e gli spazi serventi. 
La decisione di relegare agli spazi serventi una quota decisiva delle scelte plastiche ed espressive del progetto è alla base della manipolazione del progetto.

L'idea principale del progetto per Il Museo di Bilbao è la concatenazione tra i corpi che si intrecciano uno sull'altro, viene creata una piazza su cui gravitano la biglietteria, un piccolo auditorium,.. che connettono il complesso alla città.
Frank Owen Gehry "Guggenheim Museum"
L'opera è tra le più importanti della fine del 900, perchè Gehry riprende nell'articolazione dei corpi di fabbrica temi dinamici della plastica futurista con un intensità che non aveva avuto esempi paragonabili.
Frank Owen Gehry "Guggenheim Museum", Bilbao, Spagna, 1997
Il Museo Guggenheim è un simbolo che vale un pellegrinaggio. Dal punto di vista sociale ha preso il posto delle chiese quale consensatore sociale.
Gehry dimostra come con una concezione plastica, simbolica e urbana si possa rivalutare un'area di basso valore, riagganciare la periferia al centro.
Il tema delle cheapscape delle periferie californiane diventa un arma per reinterpretare il grande tema delle aree industriali dismesse e inattivarvi vitalità. 

L'intero modo di ragionare il progetto è cambiato e bisogna soffermarsi sulla concezione stessa di spazio. Dall'idea di spazio organo (conformato rispetto alla funzione che doveva assolvere) a una concezione di spazio sistema.
L'idea di spazio sistema implica che la creazione di un edificio non sia basata sul suo funzionamento interno ma su una maglia molto più complessa di considerazioni. Si tratta di scelte indipendenti l'una dall'altra anche se si muovono sinergicamente a creare l'opera complessiva.

Alla fine del secolo vi è un'architettura che attua un processo di  liberalizzazione, di sganciamento da ogni sistema preordinato gerarchicamente.

L'ARCHITETTURA SEGUE UN PROCESSO DISTANTE DA QUELLO DELLA CATENA DI MONTAGGIO PER ASSOMIGLIARE A QUELLO DI UNA RETE ELETTRONICA I CUI NODI SONO CONNESSI SISTEMATICAMENTE.

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